Teatro

Buenos Aires, Il barbiere di Siviglia

Buenos Aires, Il barbiere di Siviglia

Dopo “I due Figaro” di Mercadante nella stagione 2012, e “Le nozze di Figaro” nel 2013, il Teatro Colón di Buenos Aires completa ora la saga di Pierre Beaumarchais con quella che forse è la una delle più famose storie buffe del teatro musicale. Tutto l’estro di Rossini e il suo barbiere, in un’intricatissima trama in mano ad un uomo che ben sa maneggiare la scena e che compie la sua prima incursione nel mondo dell’opera, il coreografo argentino Mauricio Wainrot. Il geniale artista ha accettato di buon grado l’invito del Teatro e, con il suo gruppo di lavoro, ha messo in cantiere una serie di trovate e idee registiche che fanno prevedere un grandissimo successo.
“Il barbiere di Siviglia” è forse la creatura più famosa del maestro pesarese: l’opera strutturata in due atti, fu composta da Rossini su libretto di Cesare Sterbini tratto dall’omonima commedia di Beaumarchais. Rappresentata per la prima volta al Teatro Argentina di Roma nel 1816, ottenne immediatamente un successo straordinario, nonostante fosse già stata messa in scena pochi anni prima da Giovanni Paisiello e musicata soltanto l’anno precedente da Francesco Morlacchi. La versione di Rossini finì presto per oscurare la precedente di Paisiello, divenendo oggi l’opera lirica più rappresentata al mondo.
Un’interpretazione coinvolgente e ricca di trovate, quella di Wainrot, che ha per contrasto uno sfondo scenografico minimale e bianchissimo, che porta la firma di Graciela Galán e che accende ancor di più i brillanti colori dei riusciti costumi.


Si denota fin dall’overture la preparazione coreografica del regista e il suo personale punto di vista su Rossini. La sua verve creativa è ricca delle spezie, dei profumi e degli aromi della Siviglia più iconografica. Ballerini di flamenco danzano sulle note rossiniane e riportano alla mente dello spettatore l’esotica terra andalusa, con il suo vino secco, il profumo dei gelsomini, le palmeraies, le risate delle giovani fanciulle. Un barbiere ricco di tutti questi ingredienti e che si svolge in una situazione di spazio ampio e di luce. In questa regia i punti focali sono umorismo, gioia e divertimento e ben sono stati trasmessi a cantanti e musicisti che a loro volta sembra si divertino nell’attuazione. Sicché anche l’orchestra stabile del Teatro, sotto la vivace direzione del Maestro Miguel Ángel Gómez Martínez, peraltro originario dell’andalusa città di Granada, sembra quasi partecipare all’eccitazione che si svolge sul palco.
Nel cast artistico spiccano nomi italiani: Rosina, interpretata dal soprano Marina Comparato, resa spiritosissima dall’ottima recitazione e Carlo Lepore nei panni di uno spassoso Don Bartolo, ma in generale tutto il cast è in perfetta armonia.


Cinque repliche previste per questo appuntamento straordinario, che corrisponde a uno degli eventi più significativi dell’autunno porteño e che sta attraendo un foltissimo pubblico di appassionati e amanti dell’opera.
Questo è il secondo appuntamento della stagione del Colón che vedrà in cartellone grandi titoli quali Idomeneo, Falstaff, Tristano e Isotta, Elektra e Madama Butterfly. Tra i grandi eventi il concerto del pianista Lang Lang il 20 giugno e la curiosa commistione tra umorismo e musica da camera con i Luthiers, Martha Argerich e il Maestro Daniel Barenboim per una serata, il 9 di agosto, che si preannuncia veramente originale.